• Uno sguardo al Cielo

    Aleksandr Stepanovič Popov




    Aleksandr Stepanovič Popov (Krasnotur'insk, 16 Marzo 1859 – San Pietroburgo, 13 Gennaio 1906), fu un fisico russo, pioniere delle radiocomunicazioni. 
    Nato nel 1859 in un villaggio degli Urali e destinato per tradizione familiare a una carriera ecclesiastica, Aleksandr Popov coltivò invece il suo interesse per le scienze esatte: si trasferì a San Pietroburgo, si laureò brillantemente ed entrò come docente e sperimentatore nella Scuola Torpedini della Marina russa, a Kronstadt. 
    Considerato un'autorità in campo elettrico, più volte chiamato dalla Marina per consulenze e interventi tecnici, si tenne costantemente aggiornato sui lavori di Hertz, Branly e Lodge. 
    Nel 1889 riprodusse gli esperimenti di Heinrich Rudolf Hertz sulle radiazioni elettromagnetiche allora dette onde hertziane ed oggi onde radio. Ideò, poi, un dispositivo ricevitore a coherer (rivelatore di onde elettromagnetiche) con il quale riuscì, nel 1894-95, a registrare le onde radio naturali provocate dalle scariche elettriche atmosferiche: le due estremità del coherer erano collegate l'una a terra e l'altra a un conduttore verticale (antenna). Popov aveva scoperto che quest'ultima accresceva la sensibilità del ricevitore. 
    Secondo lo stesso Popov, il ricevitore non differiva sostanzialmente da quello costruito successivamente da Marconi, ma la cosa è controversa. 

    Il ricevitore sviluppato da Popov

    Con il suo ricevitore, il 26 marzo 1896 Popov riuscì a trasmettere e a registrare, su una distanza di 250 m, il primo messaggio radio in alfabeto Morse, composto da tre parole: "Heinrich Rudolf Hertz". 
    Incoraggiato dal Dipartimento della Marina, Popov nel 1897 riprese gli esperimenti sulla radiotelegrafia e, a partire dal 1898, si unì all'ingegnere e uomo d'affari francese Eugène Ducretet, che cominciò a costruire stazioni telegrafiche basate appunto sul sistema Popov-Ducretet e ottenne diverse commesse dalla Marina russa. 
    Nel 1899 progettò anche un ricevitore telefonico per la lettura acustica dei messaggi telegrafici e dal 1900 si occupò dell'installazione di impianti radiotelegrafici sulle navi da guerra russe. 
    Ma proprio la guerra russo-giapponese risultò fatale per Popov. La flotta che nel 1904 doveva trasferirsi nell'Oceano Pacifico abbisognava di ventiquattro stazioni radio, che furono acquistate dalla tedesca Telefunken perché la fabbrica di Kronstadt non era in grado di produrle in tempi brevi. La susseguente disfatta russa nella battaglia di Tsushima, nel 1905, dove tra l'altro perirono molti suoi ex studenti, scosse profondamente Popov, che pochi mesi più tardi morì per un'improvvisa emorragia cerebrale. 
    Da allora le autorità russe hanno costantemente presentato Popov come il vero inventore della telegrafia senza fili, cosa che lo stesso Popov si guardò bene dal sostenere, rivendicando per sé un contributo autonomo all'invenzione, ma riconoscendo all'italiano l'esclusivo merito di averla pienamente sviluppata. E infatti, nell'estate del 1902, quando attraccò a Kronstadt l'incrociatore "Carlo Alberto", che portava Vittorio Emanuele III al matrimonio del figlio dello zar, Popov volle conoscere Marconi, in viaggio sullo stesso incrociatore per effettuare esperimenti. Testimoni riferiscono che, in quell'incontro, Popov salutò pubblicamente Marconi come "padre della radio".

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