Fabio
Mortari è un giovane trentasettenne che ha avuto esperienza nel web
prima con l'apertura di EclisseForum e attualmente blogger di
www.astrofiloneofita.it,
blog dedicato ai neofiti. Attualmente nel tempo libero si è
completamente dedicato all'astrofotografia e alla ricerca sulle
stelle doppie con strumenti amatoriali scrivendo articoli per il Bollettino delle Stelle Doppie.
Ciao Fabio, colgo
innanzitutto l'occasione per ringraziarti della disponibilità che
hai dimostrato nel prestarti a questa intervista voluta da Polvere
di Stelle – Uno sguardo al cielo, blog novello che dà spazio
principalmente alla materia scientifica più affascinante in
assoluto almeno per quanto mi riguarda : l'astronomia. Questa più
che rigorosa disciplina si basa sul metodo scientifico nonostante le
rilevanti difficoltà del caso ossia le notevoli distanze, nei
termini di anni luce, che ci separano dagli altri corpi celesti al
di fuori del Sistema Solare e chissà anche dai confini
dell'Universo.
Esiste un momento
particolare della tua vita in cui hai realizzato che il cielo sarebbe
divenuto una costante del tuo vissuto quotidiano?
Ciao
a tutti i lettori. Confesso che mi trovo in una situazione nuova per
me dal momento che a mia volta sono un blogger e normalmente le
domande le faccio io :D
Dunque,
il momento in cui ho capito che il cielo sarebbe divenuto una
costante nella mia vita, non lo rammento. Di sicuro rammento però
la grande infatuazione che ho provato quando scattai la prima foto
astronomica. Nonostante avessi un telescopio da qualche anno, direi
che la mia avventura è iniziata con questo evento. Non nascondo però
che la curiosità della fotografia celeste e l'astronomia in
generale è sempre stata una latente passione, mi ricordo che da
bambino mi regalarono un libro di astrofotografia e lo sfogliavo
quotidianamente...Quindi grosso modo, un po' come la musica, è
stata una costante della mia vita. Poi possiamo tranquillamente dire
che l'universo è una costante per tutti, il più è rendersene
conto e ricordarsi di alzare lo sguardo al cielo ogni tanto...come
andrebbe meglio il mondo!
Sai come tutti
che l'occhio umano non è sufficiente a toccare orizzonti assai
lontani. Per orizzonti intendo nel tuo caso i corpi celesti che
occupano tutto sommato un piccolo spazio nell''Universo se
rapportati alle distanze in anni luce. Se fossi nato in epoche
remote non avresti potuto far altro che attenerti a ciò che lo
sguardo donava. Oggi grazie alle tecnologie sempre più
all'avanguardia hai la possibilità di arrivare lontano e portare a
casa anche una “cartolina”. Come ti sei
attrezzato per le osservazioni notturne? Di quali strumenti disponi?
Mi sono dotato di qualche
buon paio di occhiali :) Aggiungerei...”come fecero gli antichi,
ben prima di Galileo!” :D
Scherzi a parte, i
telescopi con cui fotografo sono 4,: due hanno lo schema newtoniano,
e due diametri differenti (250mm e 150mm) che mi permettono di
affrontare agevolmente l'imaging Deep Sky essendo telescopi molto
veloci (entrambi F/5). Poi ho un telescopio Celestron C8 di ottica
Schmidt-Cassegrain, che mi permette invece di affrontare un po'
l'argomento “ricerca” spesso trascurata ma molto appassionante.
Infine ho un rifrattore apocromatico da 71mm, lungo poco piu di una
scarpa da tennis con il quale sto imparando ad affrontare la tecnica
Narrow Band sul largo campo. Poi andrebbero aggiunti due
telescopietti di supporto, o meglio “di guida” che sono un
rifrattore “fondo di bottiglia” da 60mm di apertura e 228mm di
focale e un ulteriore telescopio “Fondo di bottiglia” per
autoguidare le pose con focali piu spinte, essendo un 70mm di
apertura con
700mm di focale. Ora che
ti ho fatto confusione, sono molto piu contento! :D
Poi viene la montatura,
che è il fulcro di ogni sistema astrofotografico: il telescopio
scelto per la sessione appoggia quindi su una montatura Eq6 con
sistema di puntamento elettronico Synscan. Poi tramite software free
quali Ascom/Eqmod/Cartes du ciel ottengo puntamenti di precisione.
I sensori di ripresa
sono 3, una canon a cui è stato tolto il filtro anti infrarosso per
renderla più sensibile nella gamma dell'Idrogeno Alfa. Poi ho una
webcam Asi120MM che utilizzo per l'autoguida e per le immagini
planetarie. Infine un sensore CCD monocromatico, con il quale
ottengo pose a colori anteponendo filtri a banda stretta e sommando
poi nei tre canali RGB.
Quanto tempo
richiede la creazione di ogni singola “cartolina stellare?”
La creazione di una
“cartolina stellare” può richiedere una gamma di tempi che varia
molto, dal tipo di nottata, dal tipo di tecnica, dal tipo di
telescopio e dal luogo scelto. Comunque, escludendo eventuali viaggi
per raggiungere luoghi scuri, grosso modo serve un'oretta per il
montaggio, mezz'oretta per il fuoco, poi tutta la notte per le
riprese di un unico oggetto. Questo se si utilizza un sensore a
colori. Poi il tutto va smontato, e si considera bene o male dalle
tre alle quattro ore per la successiva calibrazione delle immagini ed
elaborazione.
Se
si utilizza invece un sensore in bianco e nero, i tempi aumentano di
parecchio perchè i colori vengono ottenuti assegnando a tre lastre
diverse, i canali colore. Comunque, giusto per rendere l'idea,
nell'istante in cui scrivo c'è il telescopio in ripresa su un
oggetto (NGC2175) che ho deciso di riprendere da casa con filtri a
banda stretta nelle lunghezze d'onda dell'Idrogeno Alfa, Ossigeno Tre
e Zolfo Due. Ecco, ho iniziato a riprendere l'immagine durante una
sessione di tre ore lunedi. Questa sera mi attendono altre 4 ore di
ripresa. Infine un ulteriore sessione di tre orette venerdi. Il
totale sono 11 ore di lavoro in tre nottate differenti per le
riprese i montaggi e le calibrazioni. Dopodiché ulteriori ore
nell'elaborazione. Quindi facciamo una media che va dalle 10 alle 15
ore per immagine.
In anni di
osservazione della volta celeste ti è mai capitato di vedere
oggetti volanti non identificati o stranezze poco riconducibili a
qualcosa di riconoscibile?
Considerando una media di
uscite che viaggia intorno alle 30/40 serate all'anno potrebbe anche
capitarmi di vedere qualcosa di strano... ma fin'ora nelle fotografie
non mi è mai capitato nulla di davvero degno di nota, tranne il
solito aereo o raggio cosmico che colpisce il sensore e crea
interessanti artefatti, per non parlare di aberrazioni ottiche di
vario genere.
Invece nel visuale,
soprattutto all'inizio quando ancora molte cose non le conoscevo, mi
capitò una sera di osservare dei globi luminosi all'interno
dell'oculare. Decisi di seguirne uno perché avevo l'inseguimento
manuale (con rotelle sugli assi per intenderci, da girare a mano) e
vidi che si intrecciavano con altri globi luminosi...sul momento
rimasi particolarmente colpito, poi capii che si trattava di
satelliti. Ma non nascondo che sul momento lo stupore mi colse :D
Invece un'altra serata, vidi una bella luciona bianca ma è inutile
parlarne..la nostra ISS.
Ti sei mai
approcciato in passato al fenomeno ufologico?
Ovviamente si,un po'
come tutti. Grosso modo il mio approccio si divide in due fasi ben
distinte. Una risale ai tempi in cui andavo a scuola ed era piu volta
al credere. Un'altra invece piu “matura” e vicina al mio modo di
essere e di pensare.
Sai che Polvere di
Stelle ha affrontato se pur a tratti l'ufologia ma sempre con un
occhio di riguardo verso il tangibile e l'oggettivo. L'occhio vuole
la sua parte ma se si è impossibilitati a dimostrare ciò che si è
visto o pensato di aver visto come riesci a giustificare tanto
accanimento da parte di alcuni esponenti dell'ufologia odierna che si
definiscono ”believers” ? Cosa pensi a riguardo?
Personalmente faccio un
distinguo proprio sull'accanimento. Ci sono diversi modi di accanirsi
e ci sono diverse posizioni da cui farlo. Nella domanda posta, per
rispondere direttamente, penso che la persona, singola, che vede o
sente presente etc. non lo faccia in cattiva fede. D'altronde siamo
tutti esseri “sensoriali” e fino a prova contraria i sensi
determinano per noi ciò che normalmente chiamiamo “realtà”.
Questo significa che se una persona è convinta di vedere o ascoltare
rumori strani, non per forza sta mentendo. Poi le inclinazioni
personali inconsciamente associano l'esperienza a qualcosa verso cui
si è predisposti. Un credente religioso lo associerà a un segno
divino, il credente degli ufo a ufo, e via discorrendo. Io penso che
si debba guardare sempre con un occhio critico, questo si, il caso
singolo qualora si presenti, ma raramente penso che una persona che
sostiene di aver vissuto un'esperienza lo stia facendo in maniera
strumentale. Sostanzialmente, questo tipo di accanimento lo vedo più
come un “accoramento” nelle discussioni e piu volte ho notato in
generale una certa propensione al “non sentirsi capiti”. Ma
questo di per sé non lo trovo errato, sostanzialmente si sta
parlando di un'esperienza ipotetica di una persona che la racconta ad
un'altra e via dicendo, a prescindere da ciò che realmente è stato
visto. Diverso è l'accanimento specifico di certi ambienti, dove il
contesto assume toni molto piu vicini ad un “credere”, e spesso
si nota una certa verosimiglianza ai contest religiosi. Per questo io
sono solito rispondere alla domanda “credi agli ufo?” con un “io
non credo a un bel niente!”. Non bisogna credere, perchè il
credere pone le basi per permettere a certi aspetti di non venir
sviscerati e sviluppare la mancanza di obbiettività. Proprio in
questa ottica, spesso si assiste ad una sorta di proselitismo da
parte di chi sostiene non solo di aver visto o sentito, ma sopra ci
ricama una via per garantirsi una buona pensione. D'altronde siamo
chiari, l'ufologia non la trovo una “scienza” ma è “solo”
comunicazione. In certi casi, è evidente come si sviluppi nei c.d.
believers una sorta di credo religioso dove “o sei dentro o sei
fuori” e se ti azzardi a dimostrare oggettivamente il contrario sei
“scomunicato”. Mi è capitato in prima persona in alcuni forum, e
questo è agghiacciante. Più che altro fa capire che ciò che conta,
non è ciò che un tempo veniva definita “ufologia”, ma l'essere
qualcuno e far parte di qualcosa a prescindere dai reali contenuti.
Quando tu arrivi in un forum e dici “guardate che questa persona
sta mentendo” vieni trattato un po' come Galileo quando scrisse il
Sidereus Nuncius: o abiuri oppure ti sbattono agli inferi ideologici
:D Questo esempio lo faccio proprio perché tanti believers si
fregiano di questo importante nome per dimostrare che bisogna essere
aperti verso le teorie più disparate, e questa è una
strumentalizzazione: proprio perché Galileo guardava nel
cannocchiale riusciva a contestare il credo e il dogma. Le teorie più
disparate erano quelle “credute” per vere. E quindi se un
retributivo avvistamento viene difeso da stuoli di seguaci del
mistero a un tanto al chilo, è opportuno anche guardare dentro al
cannocchiale e invitare altri a farlo. La metà delle persone non lo
farà, perchè è sabbia negli occhi. E la sabbia punge.
Ciò nonostante bisogna
anche considerare l'importanza dell'ufologia nell'aprire una porta
verso orizzonti di conoscenza, purchè i percorsi siano sempre
supportati dalla critica costruttiva. In tanti si avvicinano cosi
all'astronomia e questo è un bene, soprattutto per le menti piu
fresche. L'importante è sempre tenere alto il livello e non cercare
di abbassarlo senno si diventa come Pinocchio nel paese dei
balocchi...e qualcuno purtroppo lo è già diventato, godendo di un
simulacro della libertà di pensiero e gettando alle ortiche il know
how scientifico. Ma si ricordi che il sapere rende liberi,
l'ignoranza rende asini. E questo lo sa anche l'alieno sotto casa
mia. Per cui se chi legge inquesto momento è un “believers”, sia
pretenzioso e preciso nel porre domande anche piccanti al santone di
turno e nel voler capire!
Da scettico e
quindi poco propenso a favole e fantasie (in ambito ufologico) cosa
ne pensi della vita su altri Sistemi Solari simili al nostro? L'uomo
è alla ricerca di pianeti abitabili pur riconoscendo
l'impossibilità di toccare con mano. Non è forse il desiderio
dell'inafferrabile che spinge l'uomo verso una sempre più
consolidata evoluzione tecnologica?
Spesso
si fa confusione sullo scetticismo. Essere scettici in campo
ufologico/alieno significa non credere che un alieno parta da chissà
dove e arrivi qua in un battibaleno. Ma non significa certo non
credere che ad esempio su altri pianeti ci sia la vita. Anzi, basta
osservare delle astrofotografie per rendersi conto di quante stelle
ci siano in spazi visivamente ristretti! In certe foto, il mio
software ne conta addirittura qualche migliaio, per intenderci. E
stiamo parlando di zone di cielo grandi come una capocchia di spillo,
dal nostro punto di osservazione...Penso tuttavia che la ricerca di
pianeti similari alla terra sia un passaggio comunque obbligato,
perché non solo si potrebbe iniziare a guardare con profondità alla
questione “viaggio interstellare” ponendo un obbiettivo preciso,
ma anche effettuare studi complessi sull'origine della vita,
sull'origine del sistema solare e capire in profondità ciò che ha
permesso la vita sulla terra. Questi argomenti sono argomenti di
scienza, e a cui la scienza ancora risponde con difficoltà proprio
per via dell'obbligo dimostrativo che la rende quanto di piu
veritiero può esserci in termini di progresso scientifico. Poi
ovviamente ci sono i falsi storici, ma anche questi fanno sempre
parte del bagaglio di conoscenza. Più che un desiderio di afferrare
l'inafferrabile, io leggo piuttosto un gran desiderio di conoscenza
che è ciò che davvero ha mosso l'umanità. D'altronde cosa ci
importa studiare Saturno? Non c'è vita lì. Cosa ci importa andare a
vedere Giove? Non ci andremmo nemmeno se avessimo le
potenzialità...ma è la conoscenza che spinge l'uomo, il desiderio
di sapere cosa ci facciamo qua e qual è il nostro ruolo nel
complesso universo che contribuiamo a popolare. Non è spettacolare?
Come immagini il
futuro del nostro pianeta tecnologicamente parlando? Vedi o speri
progressi di che tipo?
La
speranza è che l'uomo possa riuscire ad auto - sostentarsi
all'interno del proprio pianeta. Per il momento mi limito a questo,
poi ovviamente la fantasia mi porta a pensare a quanto sarebbe bello
visitare luoghi dell'universo che al momento sono solo schizzi di
luce che imprimono le nostre pellicole digitali.
Ringraziamo
calorosamente Fabio Mortari per la disponibilità dimostrata e anche
per il prezioso che sta per fare a noi e a voi lettori.
Quale? L'universo
secondo Fabio.
Nebulosa Rosetta, ottenuta con filtri a banda stretta H-alpha, OIII, SII. Totale posa 6 ore, sensore Atik 314L telescopio di ripresa TS Star 71 F/4.9 |
Cratere Copernicus: ottenuta con un celestron C8 e webcam Asi120MM |
Dettaglio della galassia di andromeda, telescopio GSO Newton 250 F5, Canon Eos 450D full spectrum, n.20 pose da 3 minuti |
Alla prossima.
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